domenica 31 gennaio 2016

BATNAM


1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Battista scende le scale curvo anche se non occorre e piange senza lacrime chiedendosi perchè la sorte o chi per lei gli abbia inflitto la vita del servo nel castello del conte Nemo di Namestein. Suo padre prima di lui e suo nonno prima di suo padre avevano preso ordini da un Namestein ed il fatto che Battista volesse fare altro altrove non era stato nemmeno ipotizzato. Era passata la stagione dei sogni e quella in cui di solito si concretano o ci si confronta con la realtà e Battista ora aveva i capelli del colore della neve il giorno dopo la nevicata in città e le rughe feroci di chi ha passato anni a non sorridere dentro.
Arrivò alle cantine e si mise automaticamente a cercare la bottiglia richiesta quando gli parve di sentire una voce. Forse era solo il vento che filtrava. Forse erano le sirene di Ulisse. A Battista la cosa non importava. lasciò la bottiglia al suo posto e seguì quella nota fino al punto più buio , dove non era mai stato prima. Mise un piede dove pensava di trovare ancora ciotoli e cadde. Si mise a sedere nel pozzo e gli parve di non sentire dolore. Era lontano da tutto e da tutti e nessuno poteva richiamarlo ai suoi doveri. Da qualche parte arrivava un filo di luce. Intorno a lui svolazzavano nottole che sembravano i fantasmi di torsoli di mele. Era il Capo, per la prima volta in vita sua : Battista di Namestein.

Il conte Nemo lo fece cercare per molto tempo dalla milizia. Non era un fulmine di guerra - forse tutti quei matrimoni tra cugini avevano lasciato il segno - e credeva che il suo maggiordomo avesse tagliato la corda. Divenne una leggenda tra gli altri servi che comunque non lasciarono mai le loro catene.